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Zona litosferica a doppio taglio svelata dalla microsismicità in una regione a lenta deformazione

Aug 21, 2023Aug 21, 2023

Rapporti scientifici volume 12, numero articolo: 21066 (2022) Citare questo articolo

Lo stile deformativo della litosfera continentale è una questione rilevante per la geodinamica e le prospettive di pericolosità sismica. Qui mostriamo la prima evidenza di due zone di taglio inverso ben distinte, a basso angolo e con immersione SW, dell’Italian Outer Thrust System nell’Italia centrale. Uno corrisponde alla prosecuzione verso il basso del Thrust Basale Adriatico con la sua maggiore strombatura e l'altro ad una struttura indipendente nascosta, illuminata ad una profondità compresa tra 25 e 60 km, per un'estensione longitudinale di ~ 150 km. Combinando informazioni geologiche con dati sismologici di alta qualità, sveliamo questa nuova configurazione e ricostruiamo un modello di faglia geometrico e cinematico 3D dettagliato del sistema compressivo, attivo dalla crosta superiore alle profondità del mantello superiore. Inoltre, riportiamo prove di volumi di deformazione coesistenti sottoposti a campi di stress ben distinti a diverse profondità litosferiche. Questi risultati forniscono vincoli fondamentali per una prossima discussione sul contesto geodinamico del sistema di piega e spinta appenninica come zona di subduzione superficiale o zona di taglio della litosfera intra-continentale.

Le faglie attive affioranti o vicine alla superficie possono propagarsi in profondità con diversi stili strutturali, ad esempio a pelle sottile o a pelle spessa. Possono penetrare o meno nel basamento, raggiungere la crosta inferiore e persino il mantello superiore lungo zone di taglio localizzate1,2,3. Queste configurazioni sono infine supportate dalle osservazioni della dislocazione dei riflettori della crosta profonda e del mantello superficiale e dai dati sui terremoti. Tuttavia, la definizione accurata dello stile di deformazione profonda e del suo legame con quello superficiale non è sempre semplice. Ciò è particolarmente difficile nel caso di livelli di sismicità bassi, mancanza di sistemi di monitoraggio adeguati e/o localizzazioni imprecise degli eventi sismici. Pertanto, caratterizzare la geometria e la cinematica di queste regioni è impegnativo, soprattutto in aree con bassi tassi di deformazione e spinte cieche onshore o offshore.

Nella cintura circum-mediterranea e alpina-ellenide, la compressione sismogenica avviene prevalentemente a profondità crostali (< 40 km; Bollettino ISC-EHB4) e con uno schema radiale degli assi P perpendicolari alle tendenze strutturali a lungo termine5 (Fig. 1a). A profondità comprese tra 40 e 70 km si osserva una sismicità subordinata sub-crostale su tutta la fascia6,7. Al contrario, non esiste una sismicità intermedia (70–300 km), ad eccezione della piana di Benioff al largo della Calabria e dell’Arco di Ellenide, dove la sismicità raggiunge rispettivamente ~ 600 e ~ 300 km8,9,10.

Quadro sismotettonico dell’Italia centro-orientale nel contesto mediterraneo. (a) Principali fasce di spinta e distribuzione degli assi P dei terremoti inversi/invertiti (M ≥ 3,0, profondità < 40 km) avvenuti nell'area del Mediterraneo nell'intervallo di tempo 1962–2016 (database World Stress Map5). (b) Bande di deformazione attive cinematicamente omogenee15 con assi P-T da una raccolta di meccanismi focali (intervallo di tempo 1968-2018, MW ≥ 3,5, profondità <40 km): A = estensione della crosta superiore, B = estensione della crosta media, C = contrazione della crosta inferiore; D = contrazione della crosta superiore, E = scorrimento della crosta medio-inferiore. Legenda: MAR = Dorsale Medio Adriatico. (c) Strutture estensionali e contrattili quaternarie e potenzialmente sismogeniche e domini tettonici nell'Italia centro-orientale. Sono inoltre riportati i terremoti storici e strumentali tratti dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, CPTI15 v4.026,30 e dal Database Sismologico Strumentale e Parametrico Italiano ISIDe28. Le linee rosse spesse rappresentano il Thrust basale dell'Adriatico e la sua maggiore espansione (Near Coast Thrust, NCT) analizzati in questo articolo; le sottili linee rosse sono gli allargamenti minori dell'ABT. Le etichette rosse rappresentano i terremoti citati nel testo, e le stelle gialle i maggiori eventi avvenuti in tempo strumentale; i numeri sono relativi alle principali sequenze sismiche dell'area di studio. Legenda: 1 = Ancona 1972, MW 4,8; 2 = Porto San Giorgio 1987, MW 5,1; 3 = Faenza 2000, MW 4,9; 4 = Ancona 2013, MW 5,2.

 6.0 were released at (1) upper crustal depths (< ~ 10–12 km) in the Maghrebide domain (El Asnam 1980, MW 7.1 and Zemmouri 2003, MW 6.8), in the Northern Apennines of Italy (Emilia 2012, MW 6.1), and the eastern Alps (Friuli 1976, MW 6.4) and (2) at lower crust depths (20–30 km), along the Dinarides-Albanides system (Montenegro 1979, MW 7.1, Durres 2019, MW 6.4) and in western Sicily (Belice earthquake 1968, cumulated MW 6.1) (Fig. 1a). In Italy, seismogenic compression at lower crust depths is also highlighted by background seismicity associated with the Adriatic Basal Thrust (ABT) and the Sicilian Basal Thrust (SBT)11,12, as well as in Northern Italy13,14 (Fig. 1b)./p>